UN ANNO DI POESIA

6 marzo: poesie per ciascuno

Ho già detto, per caso, che le poesie danno voce ai nostri pensieri più intimi?

Nel mio caso danno il coraggio, soprattutto, di dire cose che non è sempre facile dire, di espormi protetta dal muro invisibile delle parole scritte da altri.

Ho trovato parole per molti oggi, ho mandato poesie via email...a chi potevo.

Ne darò in pasto ai social solo una, con la quale mi sento di poter andare oltre quel muro, e terrò le altre solo per me e per le persone speciali che le hanno ricevute.

 Ispirato a Un anno di Poesia di Bernard Friot
illustrazioni di Hervè Tullet, traduzione di Chiara Carminati, Lapis Edizioni

5 marzo: quando scrivo

Cosa succede nella mia testa quando mi ritaglio il tempo per le poesia? 

A volte è tutto già chiaro nella mia testa, altre volte è il vuoto...ma basta una sola, piccola idea e il viaggio comincia.

 Ispirato a Un anno di Poesia di Bernard Friot
illustrazioni di Hervè Tullet, traduzione di Chiara Carminati, Lapis Edizioni

4 marzo: come scrivo

Se immaginate una moderna Leopardi che scrive ingobbita su una pila di fogli e che, ispirata dalla brezza mattutina che esala dalla finestra aperta, fissa su carta pensieri che scivolano ordinati nel silenzio della sua stanza...ecco, quella non sono io.

Le mie poesie non sbocciano nella tranquillità di uno studio ma nei momenti di solitudine rubati: mentre guido, mentre cucino, mentre carico la lavatrice raccolgo le idee, le sensazioni e i pensieri che poi tento di scrivere seduta al tavolo in sala o sul divano con il pc sulle gambe...con mia figlia che saltella intorno e il cane che cerca una coccola appoggiando il musone sulla tastiera.

Il più delle volte comincio una poesia con la sigaretta del mattino e la finisco con quella della sera. I miei minuti di aria!

Ispirato a "Un anno di poesia" di Bernard Friot, illustrato da Hervè Tullet, tradotto da Chiara Carminati per Lapis Edizioni.

3 marzo: torno sui miei passi

Torno anche sui miei passi e le parole le cancello da questa mia poesia del 6 febbraio.

Il significato non cambia ma si amplifica nel paradosso:

a volte non è il silenzio ad essere troppo, è troppo tutto.

Ispirato a Un anno di Poesia di Bernard Friot
illustrazioni di Hervè Tullet, traduzione di Chiara Carminati, Lapis Edizioni

2 marzo: parole in meno

Come ogni verso in più cambia una poesia, così fa ogni parola in meno ed ecco…

che il lupo di mare di Ungaretti non è più solo un viaggiatore che trova il modo di riprende la navigazione dopo la tempesta, ma un uomo la cui identità il naufragio ha cambiato per sempre.

Sono certa che una cosa non escluda l’altra nell’idea (e nell’esperienza) di Ungaretti,

cancellare qualche parola ha solo cambiato la prospettiva.

Ispirato a Un anno di Poesia di Bernard Friot
illustrazioni di Hervè Tullet, traduzione di Chiara Carminati, Lapis Edizioni

1 marzo: una poesia, tante poesie

Una poesia fiorisce un verso dopo l'altro.

Nasce come un monostico, poi diventa un distico e così via...finche il poeta non ha esaurito il suo messaggio.

Ogni poesia, in fondo, segue un po' il metodo Chappaz .

Ma a ogni verso una poesia vive, si modifica, diventa un'altra poesia e cambia nel significato, nell'umore, nell'intensità.

Ecco LE mie poesie di oggi.

Ispirato a Un anno di Poesia di Bernard Friot
illustrazioni di Hervè Tullet, traduzione di Chiara Carminati, Lapis Edizioni

28 febbraio: poesia a ritmo

Ero pronta ad accettare che non sarei riuscita a imparare a memoria una nuova poesia, non in questo periodo così frenetico e non con tutte queste cose per la testa.

E invece eccola qui, ancorata nella mia mente: quando stavo per accontentarmi di scoprire un nuovo poeta contemporaneo e aggiungere una poesia (la più breve possibile) alla mia antologia...dando un po' di ritmo ci è entrata da sola.

Ispirato a Un anno di Poesia di Bernard Friot
illustrazioni di Hervè Tullet, traduzione di Chiara Carminati, Lapis Edizioni

27 febbraio: poesia scarabocchio

In questi giorni impegnativi una poesia veloce come uno scarabocchio, che parte dai colori e dai tratti veloci che svolazzano come una farfalla sul prato e inventano parole.

Ispirato a Un anno di Poesia di Bernard Friot
illustrazioni di Hervè Tullet, traduzione di Chiara Carminati, Lapis Edizioni

26 febbraio: a testa in giù

In questa strana posizione, non proprio comoda, come non pensare al caro Capovolto di Beatrice Alemagna e al suo "I cinque Malfatti"?

Un personaggio che ci invita a cambiare prospettiva per scoprire nuovi punti di vista, nuovi modi di vedere, di parlare, di agire.

E quando a uno a uno tutti ci saremo osservati da sotto in su, dentro, fuori e anche di lato forse ci sembrerà la posizione più naturale del mondo e questo sarà, per tutti, un luogo più comodo e sicuro.

Penso a mia figlia, che alla domanda "Cosa vuoi fare da grande?" ultimamente risponde

"Da grande voglio camminare a testa in giù".

Col cuore le dico TE LO AUGURO AMORE MIO.

Ispirato a Un anno di Poesia di Bernard Friot
illustrazioni di Hervè Tullet, traduzione di Chiara Carminati, Lapis Edizioni

25 febbraio: poesia per sostituzione

Nel viola della notte odo canzoni bronzee. La cella è bianca, il giaciglio è bianco. La cella è bianca, piena di un torrente di voci che muoiono nelle angeliche cune, delle voci angeliche e bronzee è piena la cella bianca. Silenzio: il viola della notte: in rabeschi dalle sbarre bianche il blu del sonno.

Dino Campana

Cambio tre parole alla volta: inizio da quelle che mi piacciono meno, che mi disturbano, che non capisco.

Nel viola della notte odo canzoni bronzee. La cella è APERTA, il giaciglio è bianco. La cella è bianca, piena di un torrente di voci che ENTRANO nelle INVISIBILI cune, delle voci angeliche e bronzee è piena la cella bianca. Silenzio: il viola della notte: in rabeschi dalle sbarre bianche il blu del sonno.

Seguo l'istinto...

Nel FINIRE della notte odo canzoni bronzee. La cella è aperta, il giaciglio è bianco. La cella è bianca, piena di un torrente di voci che entrano nelle invisibili cune, delle voci angeliche e CHIARE è piena l'ARIA bianca. Silenzio: il viola della notte: in rabeschi dalle sbarre bianche il blu del sonno.

...e apro nuove strade.

Nel finire della notte odo canzoni bronzee. La cella è aperta, il RESPIRO è bianco. La cella è bianca, piena di un torrente di voci che entrano nelle invisibili cune, delle voci angeliche e chiare è piena l'aria bianca. Silenzio: il viola della notte: in VERSI dalle ALI bianche il blu del sonno.

Le immagini mi scivolano tra le dita e cambiano...

Nel finire della notte odo canzoni bronzee. La FINESTRA è aperta, il respiro è bianco. La cella è bianca, piena di un torrente di voci che entrano nelle invisibili cune, delle voci angeliche e chiare è piena l'aria bianca. Silenzio: il viola della notte: in versi dalle ali bianche l'ARRIVO del GIORNO.

...una trascina l'altra dietro di sé...

SUL finire della notte odo canzoni bronzee. La finestra è aperta, il respiro è CALMO. La cella è bianca, piena di un torrente di voci che entrano nelle invisibili PIEGHE, delle voci angeliche e chiare è piena l'aria bianca. Silenzio: il viola della notte: in versi dalle ali bianche l'arrivo del giorno.

...finché non capisco esattamente dove sto andando.

Sul finire della notte odo canzoni bronzee. La finestra è aperta, il respiro è calmo. La COPERTA è bianca, piena di un torrente di voci che entrano nelle invisibili pieghe, delle voci angeliche e chiare è piena l'aria bianca. SIPARIO: il viola dell'ALBA: in versi dalle ali bianche l'arrivo del giorno.

Poi, all'improvviso,...

Sul finire della notte odo canzoni bronzee. La finestra è aperta, il respiro è calmo. La coperta è bianca, piena di un FRUSCIO di voci che entrano nelle invisibili pieghe, delle voci angeliche e chiare è piena l'aria bianca. Sipario: il RESPIRO dell'alba: in versi dalle ali POSSENTI l'arrivo del giorno.

...è diventata la mia poesia.

Ispirato a Un anno di Poesia di Bernard Friot
illustrazioni di Hervè Tullet, traduzione di Chiara Carminati, Lapis Edizioni

CREA INSEGNA

Qui troverete:

  • il racconto delle esperienze di una maestra che non vuole smettere mai di imparare dai suoi piccoli alunni e dal loro sguardo speciale sul mondo;

  • le mie proposte didattiche meglio riuscite e quelle che ho "rubato" e fatto mie adattandole al mio stile;

  • le creazioni e le sperimentazioni che mi rendono felice.