La polemichina non si ferma mai! Nemmeno sul lungomare dove, del resto, spopolano i molto educativi gadget del momento.
Quest’anno a provocarmi eritemi sono le decine di magliette firmate brainrot, trand che avrei preferito di gran lunga non conoscere. Genitori sapevatelo (perché a quanto pare nessun soggetto giovane e ancora più giovane ne é completamente digiuno): quando vostro figlio o vostra figlia desiderano quel capo con una graziosa tazza di cappuccino in posa da ballerina o un simpatico animale mezzo cocco e mezzo elefante, quando canticchiano un innocente “lirili larila” significa che sono in qualche modo venuti a contatto con un becero mondo di personaggi assurdi (spesso onestamente orrendi) che recitano filastrocche blasfeme e politicamente scorrette, quando non completamente senza senso e costruite solo sul sensazionalismo della parolaccia e della volgarità.
Personalmente non condanno chi ha avuto l’idea di fare un tale riduttivo utilizzo dell’IA, personalità anzi a suo modo sicuramente geniale, né i volenti o nolenti fruitori: le categorie peggiori sono come sempre quelle che decidono di farne un fruttuoso business di giocattoli e figurine pubblicizzati su tutti i canali dedicati a bambini e bambine. Ancora una volta l’interesse economico ha la meglio su quello educativo, riducendo le giovani menti da risorsa primaria del futuro a facili prede dell’avidità.
Capita così di sentirsi chiedere con ingenuità da un alunno di otto anni <<Maestra, conosci “trallallero trallallà”?>> e rimanere a bocca aperta, dopo una veloce ricerca su YouTube, di fronte alla doppia bestemmia con cui fa simpaticamente rima, di dover riflettere con la classe sul perché non é bello ironizzare sulle tragiche notizie di attualità, di rabbrividire di fronte a una bambina che torna dalla scuola dell’infanzia giocando a essere cappuccino assassino.
Non credo possiamo evitare che accada, tuttavia come figure di riferimento abbiamo ancora qualche arma che possiamo con pazienza, impegno e attenzione sfoderare: se non c’è modo di evitare l’esposizione parliamone insieme, impariamo a scegliere, proponiamo alternative più valide e meno svilenti. Nulla cambierà finché acconsentiremo per quieto vivere a comprare quel semplice, ma non innocuo, pacchetto di figurine.
Perché bisogna anche imparare a “farsi una risata”, certo…ma non sulla loro pelle.