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Compiti delle vacanze

Compiti delle vacanze

Eccoci qua, anche quest’anno studenti e insegnanti possono dirsi sopravvissuti! 

Operatori e utenti della scuola non vedono l’ora di riprendersi dai lunghi mesi di intenso impegno, tuttavia le riflessioni sull’efficacia del sistema educativo non vanno in vacanza e, mentre si dibatte sulla possibilità di ripensare il calendario scolastico in modo da creare maggiore equilibrio tra lavoro e riposo, ci troviamo per ora ancora a fare i conti sull’ossimoro più famoso della storia: i compiti delle vacanze!

E’ giusto caricare le famiglie di tale impegno, quando l’interruzione delle attività dovrebbe rappresentare l’occasione perfetta per godere del meritato riposo? L’argomento è controverso ma, se riguardo ai compiti infrasettimanali inizio a nutrire dubbi considerevoli, le vacanze estive rappresentano uno scenario a sé, un periodo troppo lungo perché le giovani menti restino del tutto prive di un po’ di esercizio.

In fondo, sebbene i genitori restino attanagliati da un’organizzazione familiare forse addirittura più impegnativa perché fuori dalle routine, il bello delle vacanze é che tra un centro estivo e un campus sportivo, tra un tuffo nel mare e una passeggiata in montagna, tra mattinate più lente e serate più lunghe a bambini e bambine avanza ancora del tempo per annoiarsi. Ecco dunque che può trovare spazio ogni tanto anche qualche paginetta di ripasso, magari nelle ore più calde tra il pranzo e il ritorno in spiaggia oppure nelle lunghe mattinate di quanti frequentano l’oratorio solo in orario pomeridiano, come alternativa all’ennesimo videogioco. Molti campus prevedono momenti di tranquillità dedicati che possono diventare occasioni di peer tutoring e perché no, si può utilizzare magari la scusa per incontrarsi con i compagni anche fuori da scuola? In questo modo si alleggerisce il lavoro tanto di bambini e bambine, quanto delle famiglie che possono scambievolmente concedersi pomeriggi di relax.

Insomma, i compiti potrebbero anche essere nostri amici a patto che li gestiamo con buon senso, ecco allora tre suggerimenti per la sopravvivenza:

1. Diluire. Non ha senso liberarsi di tutti i compiti a giugno, così come non ne ha finirli rincorsi dal panico la prima settimana di settembre. La struttura dei testi predisposti ci aiuta solitamente nell’organizzazione prevedendo una suddivisione su otto settimane a fronte delle quattordici/quindici di effettiva chiusura delle scuole, ce la si può quindi cavare con un paio di paginette al giorno o quattro ogni due, concedendosi anche qualche periodo di riposo se si preferisce non portare il libro in vacanza.

2. Sostenere. Gli esercizi sono pensati per adattarsi alle competenze acquisite pertanto non dovrebbe essere necessario svolgerli insieme a loro, tuttavia se vi trovate nella condizione di poterlo fare rimanete a disposizione, non in qualità di vigilanti ma disponibili al supporto in caso di necessità. Per incoraggiare il lavoro in molti casi basterebbe stabilire insieme un tempo comune di tranquillità, un momento in cui tutti i presenti, fratellini e sorelline, genitori e nonni, si dedicano ad attività statiche e che richiedono concentrazione (lettura, disegno, puzzle, enigmistica…) così da condividere l’impegno eliminando il più possibile distrazioni e lamentele. È infatti sicuramente più faticoso fare i compiti mentre altri intorno giocano, accendono TV o tablet o fanno avanti e indietro per rassettare…basta mezz’ora al giorno!

3. Adattare. I compiti delle vacanze sono da considerarsi consigliati. Tale formula non deve essere interpretata come una scappatoia in quanto è bene, come accennato, tenere allenate le conoscenze e l’abitudine al lavoro, tuttavia c’è chi ha bisogno di più tempo o fa maggiore fatica a impegnarsi. Perché il tutto non si trasformi in una fatica inutile e in un disagio emotivo e organizzativo per l’intera famiglia, si può valutare la possibilità di tralasciare qualche pagina facendo attenzione a non cadere nella fuga da difficoltà e responsabilità. Se, quindi, la vostra estate si prospetta particolarmente ricca di esperienze che vale la pena godere a fondo o se per i vostri bambini e bambine i tempi di svolgimento risultano eccessivamente lunghi, trovo sia preferibile tornare a scuola con un libro incompleto piuttosto che avendo lavorato con fretta e superficialità per finire a tutti i costi.

Buone alternative al testo strutturato sono poi tante letture, diari da compilare settimanalmente documentando le esperienze più significative con disegni o fotografie accompagnati da brevi testi e, per non dimenticare le conoscenze logico-matematiche e scientifiche, perché non sfidare alla ricerca di problemi e all’osservazione di fenomeni naturali incontrati nella quotidianità? Condividere con i genitori l’organizzazione di una grigliata, i costi di una vacanza, la programmazione di itinerari e l’osservazione di luoghi, ambienti e siti storici possono diventare meravigliose occasioni di pratica delle competenze acquisite a scuola.

In ogni caso, l’intenzione delle insegnanti nell’assegnazione di compiti non è solitamente quella di punire o fare un dispetto ma, piuttosto, di dare continuità alla realtà interna ed esterna alla scuola, evitando un eccessivo e traumatico distacco tra i due contesti.

Per concludere, una mia personale nota statistica: mentre non sono documentati, per lo meno negli ultimi decenni, casi di cannibalismo perpetrati dalle maestre nei confronti di studenti che non abbiano svolto i compiti, diverse sono le evidenze relative alle maggiori fatiche di questi ultimi nell’affrontare la ripresa delle attività. 

È con questa leggerezza nel cuore che auguro a tutti di vivere questa nuova meravigliosa, attesissima estate!

 

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